Il 26 settembre a Expo Milano 2015 è il National Day del Libano. Il Caracalla Dance Theater animerà l’Auditorium con lo spettacolo musicale “Le mille e una notte”
Il 26 settembre a Expo Milano 2015 è il National Day del Libano. Il Paese festeggerà con un grande momento di spettacolo aperto al pubblico con danze e musiche alle 20.30 all’Auditorium di Expo Milano 2015 a cura del Caracalla Dance Theater dal titolo “Mille e una notte”.
Il National Day è stato anticipato, il 24 settembre, dalle 20.00 alle 22.30, da un momento di degustazione presso il Cluster Bio Mediterraneo, dove il Paese espone, dal titolo “L’oriente incontra l’occidente – Poemi, opera e vino”. La serata prevede uno spettacolo d’opera di Eliya Francis, la lettura di poesie di Talal Haidar, con il contorno dei dipinti artistici di Jamal Kadamani. La degustazione sarà preceduta da una spiegazione delle caratteristiche del vino libanese di Zafer Chaoui, Presidente dell’Unione Vinicola del Libano (Uvl).
“Se il Libano non fosse stato il mio Paese, lo avrei scelto comunque” così scrisse il poeta Khalil Gibran, autore de Il Profeta. Il fascino di questo ristretto lembo di terra, affacciato sul Mediterraneo da un lato e arrampicato sulle prime alture mediorientali dall’altro, sta proprio nei contrasti culturali, paesaggistici, architettonici e gastronomici scaturiti da questo suo essere un ponte tra Oriente e Occidente.
L’alimentazione rappresenta un aspetto fondamentale per questo popolo, espresso chiaramente dal tema scelto per Expo Milano 2015: “Cucina, l’arte e l’anima libanesi”. L’hummus, la crema di ceci, è il piatto più amato e più diffuso. Altre specialità che concorrono a formare il mezzé – la tradizionale portata che precede il pasto – sono il babaghanouch, a base di melanzane, il taboulé, un’insalata di grano spezzato, pomodori crudi, cetrioli, menta e prezzemolo, la manaqish, una focaccia condita con timo e farcita con carne macinata, e le kibbeh, polpette fritte a base di cereali e carne trita. Immancabili poi, in ogni ristorante libanese che si rispetti, sono gli shish taouk, spiedini di pollo in marinata allo yogurt e spezie.
Meno noti, e per questo alcuni preservati dall’Arca del gusto di Slow Food, sono invece i formaggi. Nell’entroterra, dove s’innalza la catena del Monte Libano e le capre di razza Baladi pascolano tra gli ultimi cedri secolari, con il loro latte viene ancora prodotto il darfiyeh, viene messo a maturare in una pelle di capra ripulita e salata, posta poi per alcuni mesi in una grotta umida.